Sin da tempi assai remoti la Valtellina è stato un territorio di viticoltori. La posizione favorevole, l’esposizione a sud del versante retico e la protezione dai venti offerta dalle maestose Alpi generano un microclima particolare e pressoché unico, che nel corso dei secoli ha incentivato gli abitanti di queste zone a coltivare a vigneto gli oltre 40 km che vanno da Ardenno a Tirano: sono i famosi terrazzamenti della provincia di Sondrio, ricavati sul fianco roccioso della montagna, da dove nascono i pregiati vini della Valtellina.
La vinificazione è un processo lungo e complesso, ma i suoi ingredienti più importanti sono alla portata di tutti: il tempo e la natura.
È grazie a questi due preziosi fattori, infatti, che il meticoloso lavoro dell’uomo, prima nelle vigne e poi nelle varie fasi di lavorazione, trova il suo compimento e produce il suo frutto più prezioso: il vino. La lunga tradizione della nostra azienda vinicola ci ha insegnato a valorizzare al meglio il contributo degli elementi naturali e a curare con la massima attenzione le tecniche di vinificazione, per ottenere vini di qualità, dotati di grande struttura e di fragranze inconfondibili.
L’attività nei vigneti è la base fondamentale dell’intero processo. Le vigne da cui provengono le uve 100% nebbiolo, sui pendii valtellinesi che vanno da Sondrio fino a Tresenda di Teglio, sono terrazzate con i tipici muretti a secco e tutte lavorate a mano, proprio come una volta. Si tratta di un compito faticoso, reso ancor più duro dalle caratteristiche dei terreni di queste zone sottratte alle rocce: quella che un tempo si definiva viticoltura eroica ma che a noi piace declinare in termini di passione e impegno, come testimoniano le ore di lavoro dedicate a ogni singola vite, rigorosamente senza l’impiego di diserbanti.
È il prezzo da pagare per l’uva valtellinese, un sacrificio che affrontiamo volentieri per produrre vini di eccellenza.
La vendemmia è il culmine del lavoro in vigna e come tale porta a compimento tutti gli sforzi compiuti dall’uomo con il fondamentale contributo della natura, che fornisce alle viti il calore e la protezione necessari per la maturazione durante l’estate e l’autunno. Nel periodo che coincide solitamente con la prima decade di ottobre fervono le attività sui terrazzamenti della Valtellina: la raccolta delle uve è un compito delicato e che richiede un sapere particolare, tramandato di generazione in generazione all’interno della famiglia Balgera, per selezionare i grappoli migliori, individuare i frutti maturi e raccoglierli in cassette da 15 kg ciascuna.
La natura, sapientemente guidata dalla mano dell’uomo, ha fornito i suoi frutti migliori: ora la materia prima lascia la terra per fare il proprio ingresso nella nostra casa vinicola dalla porta principale, quella che conduce in cantina.
I nostri antenati effettuavano la pigiatura a piedi scalzi all’interno del tino, oggi questa prima operazione a cui sono sottoposte le uve provenienti dalla vendemmia avviene meccanicamente grazie a specifici macchinari di ultima generazione. Le uve pigiate passano poi attraverso un processo di fermentazione spontanea in acciaio che avviene a temperatura controllata e costante, una tappa fondamentale della vinificazione durante la quale l’azione dei lieviti indigeni trasforma gli zuccheri in alcol.
Dopo l’azione delle macchine, per circa 20-25 giorni è l’aria a compiere il lavoro più importante: è già in questa fase che emergono le proprietà organolettiche del vino futuro.
Al termine della fermentazione, il mosto effettua un passaggio di un anno in apposite vasche di cemento vetrificate: questo tempo è necessario perché si attui un processo di decantazione naturale che ha come risultato la separazione del vino dai residui (le cosiddette “fecce”). L’eliminazione dei depositi fecciosi, che con il passare del tempo si depositano sul fondo delle vasche, assicura la rimozione di sostanze e frammenti che potrebbero compromettere l’odore del vino o alterarne il sapore.
Giorni, settimane, mesi: mentre il vino si gode il meritato riposo il tempo esegue un’indispensabile azione purificatrice, illimpidendo il liquido.
Il vino così ottenuto, che ha conservato le caratteristiche delle uve lungo tutte le fasi di lavorazione, inizia ora il suo processo di maturazione finale che si compie con l’affinamento in botti di rovere di Slavonia, di grandezza compresa tra i 50 e i 100 ettolitri, per un periodo medio di 10 anni. È lungo questo arco di tempo che il nostro vino si bilancia in maniera completamente naturale (la qualità Nebbiolo possiede infatti una spiccata componente tannica e acida), sviluppando con l’invecchiamento le qualità organolettiche e le fragranze che lo contraddistinguono.
Affidiamo il nostro vino al tempo: il frutto del nostro lavoro inizia un lungo e intenso dialogo con il legno, nel quale matura l’eccellenza dei nostri prodotti.
Al termine del periodo trascorso in botte, la cui durata varia a seconda di molteplici fattori, il vino trascorre un periodo di circa un anno in bottiglia per affinarsi ulteriormente. Dopo essere stato a lungo a contatto con il legno, assumendo sentori e fragranze caratteristiche, il vino intreccia una relazione con il vetro che lo porta a raggiungere la maturazione definitiva, completando la propria struttura e la propria gamma aromatica.
La quieta intimità della cantina fa da cornice all’ultimo step del processo di vinificazione: al termine di un lungo riposo, il vino è pronto per essere servito in tavola.